La brutta e cattiva Superlega, la bella SuperChampions in elegante blu Uefa

Ma guarda un po’, adesso scoprono che la nuova Champions League è “brutta e cattiva” come la Superlega. E che la Champions League depaupera i campionati nazionali. E che la Champions League crea un grosso divario economico, avvantaggiando i club ricchi nei confronti di quelli poveri. Chi l’avrebbe mai detto nell’aprile del 2021, quando i tifosi inglesi scendevano in piazza per salvare le competizioni dell’Uefa dall’ipotesi Superlega e quando le federazioni nazionali si compattavano a difesa dell’Uefa e della Champions. E c’è stato pure qualcuno che ha inserito una bella norma (poco importa se contraria le leggi dell’Unione Europea) per escludere dai campionati chi preferiva partecipare alla Superlega rispetto alla Champions League. Esattamente tre anni dopo si scopre, dunque, che il calcio dell’Uefa non è esattamente il «calcio del popolo». È un brusco risveglio dal sogno di aver sconfitto l’avido nemico del calcio elitario, ritrovandosi gli stessi identici problemi solo con l’elegante blu Uefa a impacchettarli.

Balata contro la nuova Champions

Mauro Balata, presidente della Lega Serie B, ha riunito in videoconferenza i presidenti proprio per esprimere le sue preoccupazioni rispetto alla nuova formula della Champions che, aumentando le partite, va a incidere negativamente sui tornei nazionali, compreso il suo. E nel frattempo, si apprende da Calcio e Finanza, è stata depositata un’interrogazione alla Commissione europea da parte di alcuni parlamentari «sull’evoluzione della regolamentazione calcistica, nella quale si registrano crescenti divari nella distribuzione di risorse, a danno del principio fondamentale di equa competizione sportiva pienamente riconosciuto dal diritto europeo. La nuova Champions League – prosegue l’interrogazione – acuisce questa deriva, spiazzando tutti i campionati nazionali senza meccanismi riequilibratori».

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